Quando si parla di scommesse sportive, è facile pensare che tutto si basi sulla fortuna. Un colpo di genio, un’intuizione azzeccata… e via, vinci. Ma chi scommette con costanza e con un pizzico di testa sa bene che la vera differenza la fanno le strategie intelligenti. Tra tutte, una spicca per rigore matematico e visione a lungo termine: il Criterio di Kelly.
Non è un trucco, né una formula magica. È una tecnica che affonda le radici negli anni ’50, ma che ancora oggi viene considerata una delle più efficaci per gestire il proprio bankroll in modo razionale.
Se vuoi imparare a scommettere in modo intelligente e consapevole, vale la pena conoscere nel dettaglio come funziona il metodo Kelly e, soprattutto, quando e come applicarlo nel contesto delle scommesse sportive.
Che cos’è il Criterio di Kelly?
Il Criterio di Kelly nasce nel 1956, grazie al matematico John Larry Kelly, che inizialmente lo sviluppò per aiutare i tecnici delle telecomunicazioni a determinare il miglior modo per inviare segnali su una linea disturbata. Ma ben presto la formula fu applicata anche alla finanza e alle scommesse e pian piano è diventata un riferimento per tutti coloro che cercano di massimizzare i profitti limitando il rischio.
In sostanza, il metodo Kelly serve a calcolare quanto dovresti scommettere su un evento in base al valore che stimi rispetto alla quota offerta dal bookmaker. Non si tratta di decidere se puntare o meno, ma quanto puntare, in proporzione al tuo bankroll. Il principio alla base è semplice, se ritieni che un evento abbia maggiori probabilità di verificarsi rispetto a quelle indicate dalla quota, allora la scommessa è “di valore” e vale la pena investirci. Ma non una somma casuale, perché il Criterio di Kelly ti aiuta a determinare l’importo ottimale da utilizzare.
Funzionamento del Criterio di Kelly per le scommesse
Il funzionamento si basa su una formula matematica, semplice quanto potente. Per applicarla servono solo due informazioni essenziali: la quota del bookmaker e la tua stima personale della probabilità che quell’evento accada.
La formula è la seguente: f = [(q × p) – (1 – p)] / q
Dove “f” rappresenta la frazione del bankroll da puntare, “q” è la quota decimale dell’evento e “p” è la probabilità che tu assegni all’evento stesso. Se il risultato è positivo, allora la scommessa è conveniente e vale la pena puntarci. Se il risultato è zero o negativo, meglio lasciar perdere.
Va detto, però, che tale formula funziona bene solo se sei in grado di stimare realisticamente la probabilità di vincita. Nessuna magia, solo logica. Ed è proprio questa la forza (ma anche il limite) del criterio di Kelly: tutto si basa sulla qualità delle tue valutazioni.
Criterio di Kelly: Un Esempio Pratico
Facciamo un esempio concreto, così capiamo davvero come funziona il Criterio di Kelly.
Immagina di voler scommettere su una partita di Serie A: Juventus contro Milan. Il bookmaker propone una quota di 2.50 per la vittoria del Milan. Studi la partita, analizzi le statistiche, consideri lo stato di forma, gli infortuni, magari anche il meteo… e arrivi alla conclusione che il Milan ha circa il 45% di probabilità di portare a casa i tre punti.
Ora entra in azione la strategia. Inserendo questi dati nella sua formula, ovvero quota 2.50 e probabilità stimata del 45%, ottieni un risultato pari a 0.23. Questo numero ti dice una cosa semplice ma preziosa: dovresti puntare il 23% del tuo bankroll su questa scommessa.
Se, ad esempio, hai 100 euro da giocare, la puntata ottimale sarebbe di 23 euro. È una cifra importante, segno che, secondo Kelly, si tratta di una scommessa che merita di essere fatta, perché ha un buon valore atteso.
Detto ciò, capisco benissimo se ti stai chiedendo: “23 euro tutti su una singola puntata?” Ed è proprio per questo che esiste una versione più prudente del metodo, chiamata “Kelly frazionato” (che riprenderemo nel paragrafo successivo). In pratica, puoi decidere di puntare solo una parte di quella cifra (la metà, un quarto), così da limitare la volatilità e tenere al sicuro il tuo bankroll. Perché sì, è giusto cercare di guadagnare, ma ancora meglio è non rischiare più del necessario.
Tipologie di Criterio di Kelly
Nel tempo, il Criterio di Kelly ha ispirato diverse varianti, pensate per adattarsi a stili di scommessa diversi e, soprattutto, al livello di rischio che ogni appassionato è disposto ad accettare. Non esiste una versione “giusta” in assoluto, tutto dipende da quanto sei esperto, da quanto sei disposto a rischiare e da quanto ti fidi delle tue analisi.
Kelly Frazionato
Si tratta della versione più usata e anche la più prudente. Invece di scommettere tutta la percentuale suggerita dalla formula, se ne gioca solo una parte. Ad esempio, se il Kelly pieno suggerisce di puntare il 20% del bankroll, con il mezzo Kelly si punta solo il 10%, con il quarto Kelly il 5%, e così via. È il metodo perfetto per chi vuole ridurre la volatilità e gestire il bankroll in modo più conservativo.
Kelly Personalizzato
In questa versione, lo scommettitore modifica la percentuale in base alla fiducia nella propria analisi. Se sei molto sicuro della stima fatta su una partita, potresti decidere di avvicinarti al Kelly pieno. Se invece hai qualche dubbio, puoi restare più cauto. È una variante flessibile, adatta a chi ha esperienza e conosce bene i propri limiti.
Kelly Discreto
Invece di affidarsi ai decimali calcolati dalla formula (che a volte portano a puntate strane tipo 14,67 euro), molti preferiscono semplificare e usare fasce fisse. Ad esempio, si può scegliere di puntare una somma bassa se il valore è minimo, media se il Kelly è moderato, e alta se il valore calcolato è molto positivo. È una modalità “umana”, adatta a chi preferisce la semplicità, ma vuole comunque restare coerente con la logica del metodo.
Kelly con Tetto Massimo
E’ una versione che impone appunto un limite massimo alla percentuale di bankroll da puntare, indipendentemente da ciò che dice la formula. Anche se il Kelly pieno suggerisce il 25%, il giocatore può decidere di non superare mai, ad esempio, il 10%. È una misura di sicurezza molto usata per proteggersi da eventuali errori di valutazione o momenti emotivi.
Chi può Scommettere con il Metodo di Kelly?
Il metodo di Kelly è uno strumento molto potente, ma non è per tutti. È particolarmente indicato per quegli scommettitori che non si accontentano di puntare “a sensazione”, ma che amano studiare, analizzare e fare previsioni ragionate. Se sei il tipo che tiene traccia di ogni azione, analizza le quote, valuta il valore reale delle partite e gestisce con disciplina il proprio capitale, allora Kelly è fatto per te.
Al contrario, se scommetti solo per divertimento e ascolti l’intuito del momento o i consigli di un amico, probabilmente non sfrutteresti appieno il potenziale di tale metodo. Il criterio di Kelly funziona se sei in grado di stimare in modo autonomo e realistico le probabilità degli eventi. Senza una base simile, il rischio è di prendere decisioni sbagliate e mettere in crisi il tuo bankroll.
Vantaggi e Svantaggi del Criterio di Kelly nelle Scommesse Sportive
Il principale vantaggio del metodo Kelly è che ti aiuta a gestire il denaro in modo razionale e matematicamente corretto. Ogni puntata è calibrata in base al valore stimato, per evitare così gli errori classici di chi scommette troppo (o troppo poco). In questo modo, si riducono i rischi di bancarotta e si massimizzano i profitti nel lungo periodo. Inoltre, ti obbliga a riflettere prima di scommettere. Niente giocate d’impulso, niente rincorse dopo una perdita. Solo logica.
Tuttavia, il metodo non è esente da svantaggi. Il principale è legato alla difficoltà di stimare correttamente le probabilità. Se le tue previsioni sono sbagliate, il metodo perde di efficacia. Inoltre, le puntate calcolate possono risultare molto elevate, soprattutto in presenza di un “edge” significativo, rendendo l’approccio psicologicamente difficile da seguire. Proprio per tale motivo, molti scommettitori preferiscono utilizzare versioni più prudenti del criterio, come il Kelly dimezzato o il quarto Kelly.
Domande Frequenti
Di seguito rispondiamo ad alcune domande poste dagli utenti online sul tema del Criterio di Kelly
Posso Applicare il Criterio di Kelly anche alle Scommesse Multiple?
Sì, ma è più complicato. Il metodo Kelly nasce per le scommesse singole, dove la stima del valore è più diretta. Applicarlo alle scommesse multiple richiede la valutazione dell’intera combinazione di eventi, cosa non semplice. Se vuoi usare Kelly, è meglio iniziare con le singole.
È Adatto a Chi ha un Bankroll Piccolo?
Assolutamente sì. Il Criterio di Kelly si basa su percentuali, quindi funziona bene anche con capitali ridotti. Anzi, proprio con bankroll limitati una buona gestione può fare la differenza tra durare nel tempo o bruciarsi tutto in pochi colpi.
Quando Conviene Usare il Criterio di Kelly sui Bookmaker?
Il Criterio di Kelly è particolarmente utile quando si riesce a individuare una value bet, cioè una scommessa in cui la quota del bookmaker è più alta rispetto alla probabilità reale di vincita. In casi del genere, Kelly ti permette di capire con precisione quanto puntare per sfruttare al meglio questa opportunità.
Sui bookmaker come BetFlag, che offrono un ampio ventaglio di quote e mercati, il criterio diventa uno strumento prezioso per selezionare le scommesse più vantaggiose. Ovviamente, non tutte le quote hanno un valore, ed è proprio qui che entra in ballo la tua capacità di analisi. Quando sai riconoscere una buona occasione, il metodo Kelly ti aiuta a massimizzare i profitti senza bruciare il tuo bankroll in poche giocate rischiose.