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Alla Fiera delle certezze

Le origini di Fieracavalli, la fiera delle certezze

Queste sono le due settimane di Fieracavalli, la manifestazione faro del settore del cavallo. Un rapporto quello tra Verona ed equini che nasce lontano nel tempo.

La storia inizia con una delibera datata 1897 con cui la Civica Amministrazione della città istituisce le Fiere Semestrali di Cavalli, dando così inizio all’attività fieristica della città scaligera. Il mondo rurale è al centro della Fiera: si espongono merci, si possono vedere e acquistare cavalli, bovini e animali da cortile. La rassegna occupa piazza Bra, la Cittadella, i Palazzi della Gran Guardia e del Pallone. In quegli anni il cavallo era un vero e proprio mezzo di trasporto, veniva impiegato nelle campagne per la sua forza e per la sua docilità.

 

Il rapporto nella storia di Verona e dell’Italia col mondo del cavallo

Il successo della Fiera dei Cavalli si rafforzò negli anni, tanto che nel 1906 il re Vittorio Emanuele III, e nel 1924 il principe Umberto di Savoia, la visitano.

Tecnologia e innovazione con il fascismo subiscono un’accelerazione, così il 1922 risulta l’anno del boom della meccanizzazione agricola. La Fiera allarga lo spazio dedicato ai cavalli che continua a crescere e nel 1930 la Fiera di Marzo si trasforma in Fiera Internazionale dell’Agricoltura e dei Cavalli. Al suo interno si svolge il commercio dei cavalli e si trova tutto ciò che riguarda l’agricoltura e le varie specializzazioni di settore. Verona diventa punto di riferimento per il settore primario in Italia.

Nemmeno le guerre sembrano distrarre l’attenzione dalla Fiera scaligera, tanto che nel 1940 si registrò un successo tale che si dovette chiudere con un giorno d’anticipo poiché furono venduti tutti i 6000 cavalli presenti con un giro d’affari di 22 milioni di lire dell’epoca.

Nel 1948, a cinquanta anni dalla nascita, la manifestazione prende il nome di Fieragricola, Fiera Internazionale dell’Agricoltura e della Zootecnica, e si trasferisce in Borgo Roma, dove si organizza in un moderno spazio di 300 mila metri quadrati.

L’agricoltura assorbe le innovazioni degli anni Cinquanta specializzandosi velocemente e con il tempo Fieragricola produce nuovi saloni che trovano posto in questo straordinario contenitore. I ’60 sono gli anni del DOC, Denominazione di Origine Controllata dei vini. Nasce infatti Vinitaly. L’interesse per il cavallo scema, però.

 

Gli anni Sessanta e la passione per i cavalli

Gli anni Settanta sono di rilancio per la manifestazione. Cresce l’interesse per il quadrupede mentre si fa spazio a temi nuovi legati alla natura, all’ecologia, al mondo rurale, al trekking: il cavallo diventa per molti una grande passione, magari da vivere nei fine settimana, a passeggio lungo le ippovie, percorsi utilizzati nel passato e oggi riportati alla memoria.

Nel 1976 Fiera Cavalli si reinventa nel mese di novembre con Fiera dei Cavalli e Salone delle Attrezzature e Attività Ippiche. Il cavallo, pur restando al vertice della manifestazione, cede spazio a tutto ciò che ad esso si collega: dall’abbigliamento per l’equitazione al mangime per l’animale, dai mezzi necessari al trasporto ai consigli dei veterinari, dal trekking all’ippoterapia.

Una Fiera unica perché coinvolge non solo persone specializzate, ma anche migliaia di visitatori affascinati dall’atmosfera che l’evento crea, dove si possono scoprire altri territori, i loro usi e costumi attraverso percorsi turistici, ambientali e enogastronomici.

 

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