L’ippica, sport antichissimo, ha visto nel corso degli ultimi 50 anni una lenta ma costante evoluzione quanto a parità di genere. Sebbene l’ambiente sia stato storicamente dominato dagli uomini, alcune donne coraggiose e talentuose hanno sfidato le convenzioni, lasciando un segno indelebile nella storia delle corse.
Questo articolo celebra cinque di queste figure eccezionali, che hanno rotto le barriere e ispirato le generazioni future. Conosciamo insieme le grandi donne nel mondo dell’ippica.
Charlotte Brew
Nel 1975, l’ippica ha assistito a un cambiamento epocale, cioè la promulgazione del Sex Discrimination Act. E non potevamo che partire da qui: grazie a questo atto, infatti, le donne hanno potuto iniziare a partecipare a manifestazioni ippiche.
Charlotte Brew, in sella a Barony Fort, fu la prima donna a correre al Grand National, nel 1977. Nella loro storica corsa, i due mostrarono tenacia, ma non riuscirono a completare la gara: il cavallo si arrestò al 27° ostacolo. Nonostante la delusione, la partecipazione di Charlotte rappresentò una vera e propria svolta culturale. Successivamente, fu Geraldine Rees a completare per la prima volta il Grand National nel 1982.
Brew aprì la strada per tutte le fantine che di lì in poi percorreranno il tracciato del Gran National, la gara di galoppo ad ostacoli più famosa del mondo e la più importante del Festival di Cheltenham. La competizione è nota per essere durissima, a causa della presenza di trenta ostacoli e la partecipazione di ben quaranta cavalli.
Rachael Blackmore
Abbiamo parlato della difficoltà e del prestigio del Grand National. La competizione vide la prima adesione femminile nel 1977, mentre solo nel 1982 una donna riuscì a finire l’intero percorso. Ma quanto ci è voluto prima di vedere un’atleta trionfare? Qui entra in gioco una delle figure più influenti dell’ippica contemporanea, Rachael Blackmore, 39enne irlandese, che nel 2021 riuscì nell’impresa montando Minella Times.
Fu un risultato incredibile, ad oggi rimasto ineguagliato. Prima di lei, Katie Walsh era riuscita a distinguersi, arrivando terza nel 2012. Per questo, la reazione alla vittoria di Blackmore fu travolgente: la jockey venne ampiamente celebrata sui giornali del Regno Unito e dell’Irlanda, e la sua foto apparì in prima pagina su diversi quotidiani, tra cui il Guardian.
In circostanze normali, l’ippodromo sarebbe stato gremito di migliaia di spettatori, ma le restrizioni dovute al COVID-19 hanno impedito la presenza del pubblico.
Meriel Tufnell
Nata il 12 dicembre 1948 a Winchester, Meriel Patricia Tufnell nacque in una distinta famiglia dell’Hampshire. Nel 1972, fece breccia nelle cronache diventando la prima donna a trionfare in una corsa con le regolamentazioni del Jockey Club nel Regno Unito.
La sua famiglia aveva già fatto storia: Sybil Tufnell, sua nonna, fu pioniera nel campo immobiliare come la prima imprenditrice a dirigere un’agenzia in Inghilterra. Suo padre, un capitano navale, prestò servizio in luoghi esotici come l’Estremo Oriente e l’Australia.
Sebbene fosse cresciuta in un ambiente privilegiato, Meriel affrontò diverse sfide personali, essendo nata con le anche lussate e avendo dovuto combattere contro l’asma infantile.
Il suo nome divenne celebre nel mondo dell’ippica quando, nel 1972, in sella a Scorched Earth, cavalla di proprietà della madre, vinse il Goya Stakes a Kempton Park. Continuò a competere fino al 1974 e partecipò anche alla storica prima gara mista a Nottingham, nel marzo dello stesso anno.
Conscia dell’importanza di un’organizzazione che rappresentasse le jockey, fondò la Lady Jockeys Association of Great Britain, la prima associazione a livello globale che perseguisse tale obiettivo.
Diane Crump
Lasciamo l’Inghilterra per dirigerci oltreoceano, con Diane Crump, nata il 18 maggio 1948 a Milford (Connecticut). Fin da giovane mostrò un grande interesse per i cavalli, così, quando la sua famiglia si trasferì in Florida, iniziò a prendere lezioni di equitazione.
Il 7 febbraio 1969, Diane fece storia diventando la prima donna a competere come jockey professionista negli Stati Uniti. A causa delle ostilità e delle proteste al Hialeah Park Race Track, dovette richiedere la scorta della polizia per raggiungere la pista in sicurezza. Solo due settimane dopo, vinse la sua prima gara.
Nel 1970, raggiunse un altro traguardo importante, diventando la prima jockey donna a partecipare al Kentucky Derby. Durante la sua carriera, ha vinto 235 gare e gareggiato a livello internazionale in luoghi come Porto Rico e Venezuela.
La carriera di Diane non è stata senza sfide. Il 1 febbraio 1989, ha subito gravi infortuni durante una corsa, tra cui fratture alla gamba, alla caviglia e alle costole. Gli incidenti accumulati nel corso degli anni l’hanno portata al ritiro definitivo nel 1999.
Dopo il ritiro, Diane ha intrapreso una nuova carriera come allenatrice di cavalli. Oggi, con la stessa passione e dedizione che l’hanno contraddistinta come jockey, gestisce un’attività di vendita di equini, continuando a influenzare e ispirare il mondo dell’ippica.
Julie Krone
Chiudiamo questa rassegna con Julie Krone, nata il 24 luglio 1963 a Benton Harbor, Michigan. Jockey dal talento straordinario, segnò diversi primati, diventando la prima e unica donna a vincere in campionati di corsa a Belmont Park, Gulfstream Park, Monmouth Park, The Meadowlands e Atlantic City Race Course; nonché a trionfare in una delle prestigiose gare della Triple Crown, nel 1993.
Iniziò la sua carriera il 30 gennaio 1981 a Tampa Bay Downs in Florida, per vincere la prima gara il 12 febbraio 1981. Tra i tanti traguardi raggiunti, impossibile dimenticare il suo primo posto alla Breeders’ Cup del 2003.
Si ritirò il 18 aprile 1999, ma il suo amore per l’ippica la portò a tornare a gareggiare nel novembre 2002, per poi uscire di scena definitivamente nel 2004.