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Il doping, una piaga da combattere

Doping equino

L’attuazione di un efficace controllo antidoping è fondamentale per preservare il benessere del cavallo, garantire la regolarità della competizione, tutelare la salute degli atleti (uomini e cavalli), preservare l’immagine delle corse al trotto nonché gli interessi degli scommettitori. Tutto ciò spiega perché è necessario dedicare risorse umane e finanziarie alla lotta al doping.

 

Benessere animale: prima base per uno sport pulito e vicino al pubblico

Il controllo antidoping si basa così su un principio fondamentale: un cavallo che partecipa a una corsa deve essere in buona salute. Il codice delle corse al trotto impone il rispetto di questo principio sulla base di disposizioni per cui non è consentita la somministrazione di una sostanza vietata nei giorni antecedenti alla corsa.

In Italia l’anti-doping è affidato a Unirelab s.r.l., una società a totale partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali (MIPAAF), costituita nel 2003. La società opera nell’ambito della medicina veterinaria per conto del MIPAAF ed offre una serie di servizi diagnostici di laboratorio per l’ippica e per la medicina veterinaria offerti ad enti pubblici e privati.

Il laboratorio di tossicologia veterinaria di Unirelab svolge attività di analisi antidoping sui cavalli da corsa. E’ in grado di analizzare ogni anno oltre 20.000 campioni di urine, sangue o altro materiale biologico equino. Dispone inoltre di strumentazione tecnico-analitica adeguata per effettuare analisi specifiche su molteplici matrici quali: mangimi, integratori e alimenti.

Ciò nonostante – come avviene sempre nello sport, qualsiasi sport ovviamente, non solo l’ippica – il doping è più avanti rispetto all’anti-doping.

Nuovi prodotti vengono scoperti ed utilizzati con costanza per sottrarsi alle regole, schivare le maglie dell’anti-doping e farla franca in barba alla salute dei cavalli.

La solita vecchia lotta tra guardie e ladri, insomma.