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Ippodromo di Capannelle a Roma: un luogo senza tempo

Cavalli trotto: la storia del derby italiano

Settimana importante per il trotto. Va in scena a Capannelle il Derby. In questo articolo potrai conoscere la sua storia, dalla prima edizione ad oggi con i suoi protagonisti: i “Derbywinner“.

Derby Reale del Trotto all’ipprodromo romano di Villa Glori

La prima edizione venne disputata nel 1926 all’ippodromo romano di Villa Glori con il nome di “Derby Reale del Trotto” sulla distanza dei 2000 metri e con una dotazione di 100.000 Lire. Vinse Malacoda con il tempo di 1.29.2 in pista da 800 metri. Dal 1928 al 1932 la distanza venne portata a 2100 metri e la corsa condusse alla ribalta i più famosi drivers dell’epoca, anche se, in materia di velocità, i risultati non furono proprio eccelsi: il miglior ragguaglio fu infatti quello ottenuto da Palla che vinse quello del 1927 in 1.26.

Da Gran Premio del Re a Gran Premio Allevamento

Negli anni ’30 il Derby cambiò ancora distanza e denominazione: i metri diventarono prima 2400 e poi 2500 e la corsa prese il nome di “Gran Premio del Re e Imperatore”. Mentre i proprietari italiani si mettevano in luce in campo internazionale grazie ai successi degli importati Muscletone, Hazleton, De Sota, Prince Hall e Tara, anche l’allevamento conseguì notevoli progressi.

Nel 1935 infatti, Aulo Gellio, guidato e allenato da Dino Fabbrucci, lo vinse alla media di 1.23.4 sui 2400 metri, un primato che oggi potrebbe apparire modesto, ma che all’epoca fece storia, tanto da resistere per ben 17 anni, sino all’affermazione di Dakota in 1.23.2 sui 2500 metri del Derby 1952. Gli anni della guerra sconvolsero inevitabilmente anche la programmazione del Derby: l’ultima edizione tenuta a Roma fu vinta nel 1943 dal celeberrimo Mistero guidato da Ugo Bottoni, poi il Derby “sfollò” a Milano, dove fu disputato nel biennio 1944/45 con il nome di “Gran Premio Allevamento”, e infine a Napoli nel 1946, anno in cui ritrovò il nome di Derby.

45 edizioni del Derby all’ippodromo Tor di Valle

Nel 1947, finalmente, il Nastro Azzurro tornò a Roma nella sua sede naturale e ritrovò la tradizionale collocazione della notte del 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città.

Gli anni ’50 segnarono il primo avvio dato con l’autostart (1952) e conclusero l’epoca di Villa Glori, poiché l’ippodromo fu distrutto per fare posto al nuovo Villaggio Olimpico, dando un dispiacere ai romani, abituati ad avere il loro trotter sotto casa, in pieno centro.

Nel 1960 la sfida si trasferisce così sulla nuovissima pista da 1000 metri di Tor di Valle, all’interno di un impianto ampio e moderno, costruito in un’ansa del Tevere a mezza via con il mare; un’area della città dove allora sorgevano soltanto gli edifici dell’EUR.

Si corse sui 2100 metri, che diventeranno l’attuale distanza classica della corsa, trascorso il periodo in cui questa fu portata ai 2600 metri, dal 1968 al 1974. Da allora Tor di Valle ha dato vita a 45 edizioni del Derby, durante le quali il trotto italiano si è sviluppato insieme al nostro Paese, la dotazione della nostra corsa più prestigiosa è cresciuta sino agli attuali 850.000,00 Euro. In questi anni gli uomini dell’ippica hanno costruito la storia del Derby, impegnandosi affinché fosse un loro portacolori ad aggiudicarsi l’ambito Nastro Azzurro, il premio che un cavallo può vincere una sola volta nella carriera e che lo promuove campione della sua generazione.

I Derbywinner

Tra i cavalli che hanno dato vita alla nostra corsa più prestigiosa, sono tanti i Derbywinner che si sono poi confermati grandissimi campioni in pista ed in razza: Sharif di Jesolo, padre di 4 Derbywinner e considerato uno dei migliori riproduttori in Europa; Indro Park che trionfò anche a 4 anni nel Nazioni, battendo a sorpresa il famoso americano Mack Lobell;

Mint di Jesolo che ottenne il primato di indigeno più ricco di tutti i tempi, totalizzando vincite per oltre 3 miliardi agli inizi degli anni ‘90. Venne poi detronizzato per larghissima dimensione da Varenne, da molti considerato il più forte trottatore di tutti i tempi, proprio nel Derby del 1998 riuscì a sconfiggere il suo acerrimo rivale giovanile, Viking Kronos.

Dodici mesi dopo Varenne fu il biasuzziano Zambesi Bi a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro: verrà ricordato per essere stato l’ultimo ad imporsi nel Derby del Trotto disputato in prova unica perché a partire dal 2000 il settore tecnico dell’Unire prese la decisione epocale di modificare la formula della corsa programmandone la disputa attraverso delle batterie di qualificazione seguite – dopo 15 giorni – dalla finale vera e propria.

Vincitori di prestigio di queste ultime edizioni sono stati Daguet Rapide e Fairbank Gi, a segno nel 2005, che ha attinto al nuovo prestigioso vertice cronometrico della prova con il ragguaglio di 1.13, eguagliato nel 2006 da Glen Kronos.

Due fattori rendono unico il Derby: il fatto di poterlo correre una sola volta nella carriera agonistica e la certezza di venire comunque ricordati per sempre fregiandosi dell’ambitissimo titolo di derbywinner.


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