Il momento più importante della vita delle contrade senesi è il Palio di Siena, che si tiene due volte all’anno: il 2 luglio, in occasione del Palio di Provenzano, e il 16 agosto, durante il Palio dell’Assunta. Di origine medievale, ha sempre esercitato fascino e attrattiva, soprattutto in Toscana.
Le contrade sono le antiche suddivisioni della città, ognuna con una propria identità e tradizione. Inizialmente concepite come unità amministrative e militari, nel tempo sono diventate comunità sociali e culturali con un governo interno, guidato dal Priore, e varie cariche che gestiscono le diverse attività sociali, culturali e sportive.
In questo articolo, dopo aver parlato in precedenza di cos’è e di come si svolge il Palio di Siena, approfondiremo il ruolo dei Terzi, la suddivisione tra le contrade e le loro caratteristiche storiche e geografiche. In particolare, ci concentreremo sulle cinque contrade che hanno vinto il maggior numero di Palii.
Come si suddividono le contrade
I Terzi di Siena raffigurano la suddivisione storica e geografica della città, che risale al Medioevo e che ha plasmato la struttura e l’organizzazione sociale della stessa. Ogni terzo comprende un insieme di suddivisioni, che sono le unità fondamentali della vita comunitaria senese; vediamo quali sono i terzi e le relative contrade appartenenti a ciascuno di essi:
Le contrade del Terzo di Città
Il Terzo di Città comprende il centro storico di Siena, il luogo dove si concentrano molti dei monumenti più famosi, come il Duomo e la Piazza del Campo, famosa per ospitare il Palio. Il terzo racchiude sei contrade, quelle storicamente più antiche e prestigiose:
- Aquila
- Chiocciola
- Onda
- Pantera
- Selva
- Tartuca
Le contrade del Terzo di San Martino
Il Terzo di San Martino si estende a sud-est del centro storico ed è noto per le sue contrade che, nonostante siano meno centrali, sono comunque di grande importanza storica e culturale. Caratterizzato da un paesaggio che integra aree urbane con spazi verdi, ha una visibile transizione tra la parte più antica e quella più moderna della città.
Le contrade appartenenti a questo Terzo sono:
- Civetta
- Leocorno
- Nicchio
- Torre
- Valdimontone
Le contrade del Terzo di Camomilla
A nord del centro storico si estende il Terzo di Camollia, nome che deriva dalla storica Porta Camollia. La zona ha sperimentato uno sviluppo moderno maggiore rispetto agli altri terzi, nonostante abbia mantenuto un forte legame con le tradizioni storiche di Siena. Caratterizzato da strade più ampie e moderne, il Terzo di Camollia ospita sei contrade, tra cui:
- Bruco
- Drago
- Giraffa
- Istrice
- Lupa
- Oca
Quali sono le contrade di Siena più importanti?
Tra le contrade senesi, alcune spiccano per il numero di vittorie e l’importanza storica. Di seguito, una descrizione delle contrade che hanno vinto il maggior numero di Palii.
Nobile Contrada dell’Oca
La Nobile Contrada dell’Oca, situata nel Terzo di Camollia, vanta un totale di 66 vittorie. Il territorio si estende lungo Via Santa Caterina e Via Fontebranda, famosa per la sua fontana medievale. Tra i luoghi di rilievo vi sono la Chiesa di San Domenico e la casa natale di Santa Caterina da Siena, patrona della contrada.
Il titolo di ‘Nobile’ le fu conferito nel 1846, in riconoscimento del valore militare dei soldati in diverse battaglie storiche, tra cui la battaglia di Montemaggio nel 1145 e quella di Montaperti nel 1260.
Il simbolo è un’oca coronata che indossa un nastro azzurro con la croce di Savoia, mentre i colori ufficiali sono il verde e il bianco, con bordature rosse. Il motto è ‘Clangit ad arma‘, che significa ‘Suona alle armi’, che rispecchia lo spirito combattivo e il passato militare della contrada.
Un episodio curioso risale al Palio del 1967, quando il Drappellone fu rubato da alcuni studenti e restituito solo dopo la corsa, costringendo la contrada a fare il giro di vittoria con il solo bozzetto del Drappellone.
Contrada della Chiocciola
Appartenente al Terzo di San Martino, la Contrada della Chiocciola è una delle antiche suddivisioni storiche di Siena, menzionata per la prima volta su alcuni documenti risalenti al 1482. Il suo territorio si estende da Porta San Marco e racchiude diverse vie storiche come Via San Quirico e l’Arco di San Lucia, fino a Via della Diana.
Il simbolo è una chiocciola strisciante su un campo bianco, ornato di rose di Cipro rosse e bianche, alternate con le lettere ‘U’ e ‘M’ in onore di Umberto I e Margherita di Savoia. I colori ufficiali sono il giallo e il rosso con bordi azzurri, sebbene fino agli anni ’50 non esistesse un simbolo ufficiale.
L’appellativo ‘affogasanti’ gli è stato affibbiato verso la fine del XIX secolo, quando, dopo una serie di sconfitte, un contradaiolo infuriato gettò un’icona di Sant’Antonio Abate in un pozzo, dando al santo la colpa delle proprie sfortune. La Chiocciola, rivale storica della Contrada della Tartuca, ha vinto un totale di 51 Palii, l’ultimo dei quali nel 1999.
Il museo della contrada, situato nella cripta della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, ospita una ricca collezione di arredi sacri, stendardi vittoriosi, costumi storici e altri oggetti legati alla storia della Chiocciola, il primo museo del genere nella città.
Contrada della Tartuca
Nel territorio della Contrada della Tartuca, situata nel Terzo di Città di Siena, rientrano Via San Pietro, Via delle Cerchia, Via Sarrocchi, Via Pendola, Via Sant’Agata e l’inizio di Via di Fontanella. Punti di riferimento importanti all’interno di quest’area sono l’arco di Via Sarrocchi, che segna il confine con la Chiocciola, e la sede principale in Via Tommaso Pendola.
Le sue origini risalgono al XV e XVI secolo e il nome deriva dalle tartarughe, simbolo di saggezza e longevità. Inizialmente, i colori erano giallo e nero, ma vennero cambiati in bianco e giallo nel 1847 e poi in giallo e azzurro nel 1858 per motivi politici. Il simbolo è una tartaruga con una bandiera recante una croce bianca su campo rosso e il motto è ‘Che non cangia mai strada’, che riflette determinazione e costanza.
La Tartuca ha un ricco patrimonio culturale e artistico, come l’Oratorio di Sant’Antonio da Padova, costruito tra il 1682 e il 1685, che funge anche da sede. Il complesso museale, situato accanto all’oratorio, è diviso in tre sezioni: il Museo degli Arredi Sacri, il Museo del Costume e il Museo del Palio. Tra i pezzi più pregiati al loro interno ci sono i drappelloni vinti, dipinti da artisti come Fernando Botero e Igor Mitoraj.
Un aneddoto interessante riguarda il ‘battesimo contradaiolo’, una cerimonia laica presso la fontanina battesimale realizzata da Bruno Buracchini nel 1951. Ideata dal giornalista e conduttore radiofonico Silvio Gigli, simboleggia l’appartenenza perpetua alla contrada.
Con 49 vittorie, la Tartuca si posiziona terza per numero di Palii di Siena vinti, con una lunga storia di successi e partecipazione alle celebrazioni del Palio.
Contrada della Torre
Nel Terzo di San Martino si trova la Contrada della Torre, che ha nel proprio territorio Via di Salicotto e Via del Rialto, caratterizzate da strette vie medievali e antiche abitazioni che mantengono vivo il fascino storico della città.
La contrada prende il nome dalla Torre del Mangia, uno dei simboli più celebri di Siena. L’emblema raffigura un elefante con una torre sulla schiena; l’animale simboleggia potenza e stabilità, mentre la torre richiama l’altezza e la protezione. I colori ufficiali sono il rosso cremisi, il bianco e il blu, mentre il motto ‘Oltre la forza, la potenza’ riflette lo spirito indomabile dei membri.
La storia è strettamente legata alla battaglia di Camollia del 25 luglio 1526, in cui i soldati della Torre si distinsero per il loro valore contro le truppe di Clemente VII e della città di Firenze. Per commemorare questa vittoria, fu edificata la Chiesa di San Giacomo, che oggi ospita preziosi dipinti del XV e XVI secolo, tra cui un’opera di Antonio Bazzi, noto come il Sodoma.
Nel corso degli anni, la Torre ha preservato molte tradizioni, tra cui la ‘Società Elefante’, un gruppo interno molto attivo che comprende vari sottogruppi come le ‘Donne della Stanzina’.
Le prime testimonianze di scontri con la storica rivale, la Contrada dell’Oca, risalgono al 1671. La rivalità ha visto numerosi momenti di tensione nel corso dei secoli, inclusi scontri recenti come quelli del Palio del 17 agosto 2015.
Contrada della Valdimontone
La Contrada di Valdimontone è situata nel Terzo di San Martino, e ha al suo interno l’omonima via, via Roma, Porta Giustizia, del Sole e la Basilica di Santa Maria dei Servi, un importante punto di riferimento storico e culturale della città.
Le origini del nome ‘Valdimontone’ sono avvolte nel mito con diverse teorie a riguardo. Una suggerisce che il nome derivi da Montorio o Montonio, un centurione romano inviato da Romolo per catturare i nipoti ribelli, Senio e Ascanio, fondatori di Siena; invece, un’altra teoria collega il nome alla presenza di pastori e greggi di pecore nella fertile valle. Una terza ipotesi lo attribuisce al ‘Castello de Montone’, dimora della nobile famiglia Piccolomini. La teoria più probabile, invece, è che il nome derivi da ‘Mons Magnum’, riferendosi alla collina su cui si estende la contrada, come attestato da un documento del 1205.
Con un totale di 44 Palii vinti, l’ultimo dei quali nel 2012, Valdimontone è al quinto posto per numero di vittorie. Inoltre, fu la prima tra tutte le partecipanti ad essere ufficialmente squalificata nel 1966 a causa di una serie di episodi violenti nel quale vennero coinvolti dei membri.
Il simbolo della contrada è un montone rampante su campo dorato, sormontato da una corona ducale e con una ‘U’ maiuscola romana in un cantone azzurro. I colori ufficiali sono il rosso e il giallo con bordi bianchi. Durante la manifestazione, il fantino indossa una giacca rosa e pantaloni con strisce bianche e gialle per distinguersi da quello della Chiocciola.
Una curiosità interessante riguarda la rivalità tra le contrade di Valdimontone e Nicchio, che è una delle più intense a Siena. L’antagonismo, ufficialmente dichiarato solo nel 1952, è stato spesso testimone di scontri tra fantini e contradaioli durante e dopo il Palio.
Il museo che gli appartiene, progettato dall’architetto Giovanni Michelucci e completato dopo la sua morte nel 1997 da Bruno Sacchi, ospita i drappelloni vinti e altri artefatti storici. Situato accanto all’Oratorio della Santissima Trinità, il museo propone un affascinante percorso attraverso la storia e la cultura di Valdimontone.
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