La storia di successo del vincitore di Hambletonian Malabar Man, ben conosciuto alle nostre latitudini per aver vinto a San Siro nel 1997 l’Orsi Mangelli, soffre se confrontata con la storia dell’uomo che c’era dietro di lui, Malvern Burroughs.
La storia della vita di Burroughs, secondo driver dilettante a vincere l’evento più prestigioso delle corse al trotto americane, non è affatto il suo più grande successo.
Chi avrebbe mai pensato nel Jersey negli anni ’50 che avrebbe portato un cavallo ad essere il più forte del Nord America e ne sarebbe stato il proprietario, l’allevatore e il guidatore?
All’epoca, Burroughs non ne aveva certo idea. Cresciuto a Jersey City, un posto dove cavalli non ce ne sono molti, aveva 12 anni quando il padre morì in un incidente d’auto. Quattro anni dopo lasciò il liceo e andò a lavorare sul Boardwalk, il lungomare. Due sorelle e un fratello minore, qualcuno doveva aiutare la mamma, in effetti.
Lavorando al porto, incontrò un uomo che guadagnava un po’ di soldi in più affittando una discarica. Burroughs decise che un camion usato avrebbe potuto essere un buon investimento. Un camion ribaltabile tira l’altro… E un altro…
La New Jersey Turnpike e la Garden State Parkway erano in costruzione e Burroughs arrivò alla conclusione che avere una flotta di autocarri con cassone ribaltabile stava solo grattando la superficie del suo potenziale di guadagno. Entrò così nel settore edile.
All’inizio degli anni ’70 la sua azienda ottenne il contratto per eseguire gli scavi e installare i tubi e il sistema di drenaggio in una pista in costruzione a East Rutherford, N.J.
La sua prima volta alle corse
La pista era Meadowlands. Quando venne effettuata la prima giornata di corse, il 16 settembre 1976, Burroughs venne invitato a una festa di apertura. La sua prima volta alle corse.
Gli piacque quello che vide e decise che sarebbe stato divertente essere coinvolto. Andò a una vendita in Kentucky e acquistò un pacer di un anno chiamato Distant Thunder.
Lo portò a casa. Col figlio provò ad allenarlo. Con loro Distant Thunder non entrò mai in pista per via di un brutto garretto. Venne dato in training a Bones Vaughn, allora, e arrivò fino alla corsa più prestigiosa d’America per pacer di 3 anni, la Little Brown Jug, dove arrivò terzo in un’eliminatoria. Euforico, Burroughs alla fine decise di dilettarsi in altri due aspetti dello sport, l’allevamento e la guida.
Fece il suo debutto da gentleman – il guidatore non professionista – a Vernon Downs nello stato di New York negli anni ’80. Arrivò sesto o settimo, ma decise di cercare di migliorare e fare meglio e si iscrissero all’Amateur Driving Club. La competizione amatoriale lo portò a correre sulle piste di New York, New Jersey, Pennsylvania, Maryland, Ohio e Canada.
In una vendita del 1994 a Meadowlands, acquistò una puledra trottatrice di 4 anni, Fickle Yankee. L’anno successivo, gareggiando a Freestate Raceway nel Maryland, vinse per 25 lunghezze in 1:57 4/5, stabilendo un record mondiale.
Prima di essere venduta agli allevatori svedesi, Fickle Yankee produsse una puledra di nome Lady Love McBur. La puledra guadagnò solo 849 dollari in nove corse nel circuito delle County Fair di New York, ma Burroughs decise di tenerla come fattrice e la accoppiò con Supergill.
La nascita di Malabar Man e la determinazione di Burroughs
Il prodotto fu un puledro nato il 1 marzo 1994. Combinando il suo nome con quello di sua moglie Barbara, Burroughs battezzò il puledro Malabar Man.
Ma, il 31 dicembre 1995, la carriera di driver di Burroughs si fermò quando ebbe un grave attacco di cuore. I medici gli dissero che non avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico, ma avrebbe dovuto cambiare lo stile di vita e smettere di guidare.
Risposta: “Assolutamente no! Tira fuori la sega!“. Da lì vennero un’operazione e cinque bypass.
Stretching e ginnastica, Burrouighs tornò a guidare in 60 giorni. La prima gara di ritorno fu proprio con Malabar Man nelle New Jersey Sire Stakes. Vinsero. Da lì in poi è stato un crescendo grazie allo svedese di stanza negli Usa Jimmy Takter, per lunghi anni il miglior allenatore del settore, sino ad arrivare a vincere l’Hambletonian, la corsa più importante di tutti.
Sam McKee, racecaller al Meadowlands, sul palo disse, calcando la voce: “Malabar Man and Malvern Burroughs to win the Hambletonian!“. In sulky infatti c’era lui, Malvern Burroughs, il gentleman.
Era il 1997; lo stesso anno in cui presero un aereo, atterrarono a Milano e vinsero il Gran Premio Paolo e Orsino Orsi Mangelli, la classica più importante aperta agli stranieri riservata ai 3 anni.
Il campione dei due mondi, insomma.
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