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L’importanza del Lavoro alla Corda con il Cavallo

L'importanza del Lavoro alla Corda con il Cavallo

Nel mondo dell’Ippica il rapporto tra cavallo e cavaliere è fondamentale: non solo ci deve essere fiducia reciproca, ma l’animale deve riconoscere nel fantino un punto di riferimento. Per costruire questo legame ci vuole tempo, tuttavia alcuni esercizi possono aiutare nell’impresa.

D’altronde, l’addestramento del puledro si rende necessario fin da subito e rientra a pieno titolo tra le spese per mantenere un cavallo. I cavalli di ogni razza traggono giovamento da tale attività, cruciale per prepararsi alle varie discipline equestri.

Di seguito approfondiamo l’importanza del lavoro alla corda con il cavallo e come fare per metterlo in pratica con profitto.

In cosa consiste il Lavoro alla Corda con il Cavallo

Il lavoro alla corda è un esercizio di addestramento di cavalli per puledri giovani o poco abituati a ricevere comandi. Ha delle finalità ben precise e non deve essere adottato per far sfogare l’animale, quanto piuttosto per prepararlo a un lavoro da sella. È imprescindibile anche per insegnargli ad ascoltare il fantino e a interpretare correttamente i suoi segnali.

È un tipo di addestramento particolarmente efficace poiché consente al cavallo di vedere il cavaliere: come tutti i lavori da terra, facilita la comunicazione con l’animale, che attraverso la vista può percepire meglio le richieste che gli vengono mosse.

Ma esattamente, in cosa consiste il lavoro alla corda? Ci si mette al centro dell’arena con il cavallo, facendo attenzione a porsi con un angolo di 45 gradi rispetto ad esso, e lo si incoraggia a muoversi in circolo. Nel mentre, il contatto viene mantenuto grazie alla corda o alla longia: un’estremità viene impugnata dal fantino, mentre l’altra è agganciata alla capezza del cavallo.

A questo punto bisogna fargli tenere l’andatura scelta, che sia passo, trotto o galoppo.

Attrezzatura per il Lavoro alla Longia

Per iniziare il lavoro alla corda non c’è bisogno di molto materiale, ma è opportuno ricorrere alla giusta attrezzatura.

Innanzitutto, è necessaria una corda di 8-10 metri, spesso sostituita da una longia piatta della stessa lunghezza. Si tratta di uno strumento pensato proprio per tale attività, provvisto di un moschettone da agganciare alla capezza e di una maniglia che faciliti l’impugnatura del cavaliere. È preferibile rispetto alla corda perché più leggera e facile da gestire.

L’addestratore deve opportunamente equipaggiarsi di calzature adatte, per limitare il rischio di scivolare, e di guanti che proteggano dall’attrito della corda.

Non possono mancare la capezza, indispensabile per avere un punto di aggancio, ma anche una frusta o uno stick. Questi ultimi due non devono mai e poi mai avere un intento punitivo, ma solo comunicativo. Il loro uso è sconsigliato durante il lavoro alla corda, per il quale si prediligono i comandi vocali, ma può servire nel caso in cui il cavallo non segua alcuna indicazione.

Come si mette la Capezza al Cavallo

La capezza è un elemento cruciale nel lavoro alla corda, dato che costituisce il punto di aggancio. In particolare, nella parte inferiore si trova un anello metallico ed è proprio qui che si posiziona la lunghina.

Mettere la capezza è un’operazione molto semplice se il puledro è già abituato a portarla: si inserisce a partire dal muso, per poi portare le cinghie dietro alla nuca. Nel portare a termine questa azione è essenziale non mettersi mai dinanzi al cavallo, ma sempre di lato: non solo perché porsi di fronte al muso viene percepito come un gesto aggressivo, ma anche per evitare che l’animale, alzando la testa, possa colpire chi ha davanti.

Una capezza correttamente legata non deve essere né troppo bassa né troppo alta. Inoltre è bene che sia abbastanza larga da permettere il passaggio di una mano sia sopra che sotto, per assicurare il massimo comfort al cavallo.

Perché è importante Addestrare un Cavallo alla Corda

Capito come procedere, vediamo perché è importante addestrare un cavallo alla corda.

Potendo guardare l’animale da un’altra prospettiva, non più seduti sulla sella, è possibile rendersi conto di come questo si muova. Di conseguenza è più facile per il fantino correggerne i movimenti, incentivando l’eleganza e la flessibilità. L’osservazione può servire anche per accorgersi fin da subito di eventuali problemi nell’andatura.

Nonostante si tratti di un esercizio molto semplice, è ottimo per preparare fisicamente un cavallo, che potrà tenere il passo senza il peso del suo conducente sulla schiena. Per lo stesso principio, può tornare utile dopo un periodo di fermo, così da riprendere gli esercizi in modo graduale.

Infine, questa attività può avere risvolti positivi anche sul carattere del puledro, insegnandogli a rispondere ai comandi e abituandolo alla presenza del cavaliere.


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