L’ippica è una materia avvincente e appassionante, dove i cavalli corrono a tutta velocità e i nomi dei fantini si fanno largo tra le pagine di storia. Uno di questi è certamente quello di Lester Piggott, una leggenda che ha dominato le corse per decenni. Non è stato solo un fantino di grande talento, ma anche uno degli allenatori più influenti.
In questo articolo, esploreremo la vita e la carriera di Lester Piggott, esaminando il suo impatto sull’ippica e il suo leggendario talento come jockey. Siamo di fronte a un vero campione, che ha segnato il mondo delle corse e ha ispirato generazioni di appassionati.
Lester Piggott: il jockey che ha fatto la storia delle corse dei cavalli
Lester Piggott è stato uno dei più grandi jockey nella storia delle corse dei cavalli. Nato il 5 novembre 1935 in Inghilterra, ha iniziato il suo percorso come fantino all’età di 12 anni, e da lì in poi non si è più fermato. La sua carriera si estende per oltre 35 anni, durante i quali ha vinto innumerevoli corse importanti.
Piggott è considerato un talento naturale, un fantino straordinariamente abile, capace di ottenere il massimo da ogni circostanza. Il suo successo non è stato solo frutto di un’innata disposizione, ma anche di un’eredità familiare. Infatti, si può dire che la passione per l’ippica fosse nel sangue della famiglia Piggott: il nonno vinse tre volte il prestigioso Grand National, nel 1912, nel 1918 e nel 1919; mentre suo padre, Ernest, fu il vincitore del Champion Hurdle del 1939, oltre che un noto allenatore di cavalli da corsa.
Fu una figura influente nella vita di Lester, incoraggiandolo fin da giovane a intraprendere la carriera di fantino. Grazie all’esperienza e alla guida di suo padre, imparò a cavalcare e a gestire i cavalli con maestria, per diventare in seguito la leggenda che tutti conosciamo. La passione e l’amore per l’ippica trasmessigli dalla famiglia sono stati fondamentali per il suo straordinario successo, che ha lasciato un segno indelebile nella storia delle corse dei cavalli.
La Carriera di Lester Piggott: Premi e Gare Vinte
Piggott è ricordato per aver vinto 9 Derby di Epsom, la competizione più prestigiosa del Regno Unito assieme al Royal Ascot. Il Derby di Epsom si tiene annualmente durante il primo sabato di giugno, è la gara più famosa del calendario ippico inglese e attrae da sempre un grande numero di spettatori e scommettitori. La corsa è stata istituita nel 1780 e, sin dalla sua creazione, viene considerata come il simbolo della supremazia ippica britannica. Aver vinto questa manifestazione nove volte ha reso Piggott uno dei più grandi fantini di tutti i tempi.
Ma la sua carriera non si limita a questo incredibile successo. Ha gareggiato a livello internazionale, vincendo numerose altre gare importanti in Italia, Francia, Germania, Irlanda e Stati Uniti. Solo nel Regno Unito si è aggiudicato 4.493 vittorie nelle corse in piano. Ha vinto tre volte il Prix de l’Arc de Triomphe in Francia, cioè una delle più importanti corse di cavalli del panorama ippico.
È noto che Piggott abbia dovuto lavorare duramente per raggiungere risultati così straordinari, adottando un approccio professionale e meticoloso al lavoro. Ha studiato ogni corsa, analizzando il percorso, la concorrenza e le caratteristiche dei cavalli avversari.
Piggott nell’immaginario comune
Nel 1985, all’età di 50 anni, Piggott decise di ritirarsi dalle corse, ma il suo nome è rimasto sinonimo di successo e talento nell’ambiente. La sua carriera è stata lunga e costellata di vittorie, tanto che nel 2021 è stato inserito nella QIPCO British Champions Series Hall of Fame; un riconoscimento che testimonia la sua straordinaria capacità di guidare i cavalli verso la vittoria.
Piggott è stato uno dei fantini più amati e rispettati del Regno Unito, tanto che la Regina Elisabetta stessa lo considerava il suo jockey preferito. La notizia della sua morte, avvenuta il 29 maggio 2022, ha scosso profondamente il mondo delle corse, che ha visto la perdita di una delle sue stelle più brillanti.
Piggott era conosciuto come “The Long Fellow” per la sua statura di 1 metro e 72, che lo differenziava dai suoi colleghi. Infatti, ai fantini si richiedono un’altezza e un peso ridotti, in modo che il cavallo possa essere agevolato nei movimenti. Le sue caratteristiche fisiche lo hanno reso un caso fuori dal comune.
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