Il 12 giugno 2023 arriva una notizia che sconcerta milioni di italiani: il quattro volte Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è morto nella sua stanza d’ospedale, al San Raffaele di Milano. Aveva 86 anni e nella sua vita era riuscito a raccogliere un considerevole numero di consensi e approvazioni, che tuttavia spesso cedevano il passo a intense controversie e accese discussioni. Era un personaggio dai contorni sfaccettati e dibattuti, su cui l’opinione pubblica si è più volte divisa.
Certamente uno degli attori più chiacchierati della politica italiana, oggi vogliamo ricordarlo per motivi che esulano da questioni di partito: la fede calcistica.
Tutto ha inizio nel 1986: Berlusconi acquista il Milan
Fin dalla tenera età, Silvio Berlusconi si distinse per una passione sfrenata nei confronti del calcio; un amore che sbocciava quando ancora giocava nei cortili della scuola dei Salesiani. Sarebbe diventato un tifoso accanito, una passione che avrebbe in seguito utilizzato per promuovere la sua ascesa come imprenditore e figura pubblica.
Non tutti sono a conoscenza del fatto che il Milan non fu la prima squadra ad attirare l’attenzione del Cavaliere, anzi: i suoi primi sguardi furono rivolti verso l’Inter di Fraizzoli. Nonostante le intenzioni, dovette subire una prima battuta d’arresto, non riuscendo a portare a termine l’accordo con l’allora proprietario del club milanese. Così l’Inter sarà destinato a un altro grande magnate, Ernesto Pellegrini.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Berlusconi era ancora un imprenditore emergente e vedeva nel pallone un potente mezzo di promozione per i suoi affari e il suo brand personale. Così, nonostante l’iniziale intoppo, decise di continuare a perseguire l’idea di acquisire una squadra di calcio.
L’opportunità arrivò con la crisi finanziaria del Milan. La sventura di uno può rappresentare la fortuna di un altro, e per Berlusconi questa fu senza dubbio un’occasione propizia. Dopo una serie di vicissitudini e scontri con Giussy Farina, il proprietario precedente, il Cavaliere riuscì ad acquistare il Milan il 20 febbraio 1986. Con un investimento di 25 miliardi di lire, divenne il socio maggioritario della società, innescando un cambiamento radicale che avrebbe definito la storia del calcio italiano per i successivi trent’anni.
Grazie a intuito e determinazione (e a discreti investimenti), Berlusconi fu in grado di trasformare una squadra sull’orlo del fallimento in una delle compagini più rispettate e temute del campionato italiano.
Il Presidente più Vincente della Storia
Sotto la guida di Silvio Berlusconi, il Milan ha raggiunto vette incredibili, diventando uno dei club calcistici più titolati al mondo.
Il bilancio della sua presidenza è davvero impressionante: la squadra ha vinto un totale di 29 trofei, 26 dei quali durante la sua presidenza e 3 sotto la vicepresidenza di Adriano Galliani, suo fidato collaboratore e figura chiave nella gestione del club.
Il palmarès del Milan sotto la guida di Berlusconi è costellato di successi. Otto scudetti conquistati tra il 1987 e il 2011, un segno inequivocabile della costanza e del dominio della squadra nel campionato italiano. Ma le glorie non si limitano al panorama nazionale: il club ha trionfato cinque volte in Champions League, dimostrando di sapersi confrontare e superare le migliori formazioni europee.
Sul fronte delle coppe nazionali, il Milan ha guadagnato una Coppa Italia e vinto sette volte la Supercoppa Italiana; mentre a livello internazionale si è aggiudicato due Coppe Intercontinentali e un Mondiale per club FIFA, conquistando il mondo con le sue prestazioni esemplari.
Questi successi, oltre a riflettere il talento dei giocatori e della squadra tecnica, sono il frutto della visione di Berlusconi; della volontà del Cavaliere di far eccellere il club in ogni competizione.
I Migliori Acquisti di Berlusconi al Milan
Le incredibili vittorie del Milan non sarebbero state possibili senza la capacità di Berlusconi di riconoscere e attirare grandi talenti, in una gestione caratterizzata da acquisizioni sagaci e investimenti audaci.
Sotto la sua presidenza, il Milan ha visto l’arrivo di giocatori di calibro mondiale come Ruud Gullit e Marco Van Basten, seguiti da altri colossi del calcio come George Weah, Andriy Shevchenko e Kaká. Ognuno di questi giocatori ha portato qualcosa di unico alla squadra, permettendole di dominare sia a livello nazionale che internazionale.
Il Cavaliere ha dimostrato la stessa abilità nel selezionare gli allenatori. Arrigo Sacchi, Fabio Capello, Carlo Ancelotti e Massimiliano Allegri sono solo alcuni dei grandi nomi che hanno guidato la squadra durante la sua presidenza. Ognuno di loro ha lasciato un’impronta indelebile nel club e ha contribuito al suo successo.
Forse uno degli esempi più emblematici dell’acume dell’imprenditore è stata l’assunzione di Arrigo Sacchi, all’epoca allenatore del Parma in Serie B, un nome non particolarmente noto e su cui pochi avrebbero scommesso. Ma Berlusconi, dopo aver visto il Parma sconfiggere il Milan negli ottavi di Coppa Italia, ha voluto prendere con sé Sacchi, poi rivelatosi una delle figure chiave nella storia di successo del club.
In totale, si stima che la famiglia Berlusconi abbia investito circa 865 milioni di euro nel corso di questi trent’anni di presidenza. Un investimento a dir poco considerevole, che però ha portato frutti incredibili, contribuendo a fare del Milan uno dei club più forti in assoluto.
Perché Berlusconi ha venduto il Milan
Il 13 aprile 2017 segna una svolta storica per il Milan e per Silvio Berlusconi. Dopo trent’anni di profonda passione e successi straordinari, il Cavaliere decise di cedere il club rossonero all’imprenditore cinese Yonghong Li, ponendo fine a un’epoca d’oro senza precedenti.
Nonostante le grandi aspettative, il club non riuscì a mantenere gli stessi livelli di successo e prestigio, e Yonghong Li finì per vendere le sue quote al fondo Elliott.
Le motivazioni che spinsero Berlusconi a compiere questo passo non sono mai state rese note ufficialmente. Si è spesso ipotizzato che la decisione sia stata dettata da considerazioni di natura economica, ma la verità rimane un mistero.
Certo, la scelta di vendere il Milan non deve essere stata facile. Dopo aver dedicato trent’anni della sua vita a guidare il club verso vette mai raggiunte prima, separarsene deve essere stato un passaggio doloroso. Tuttavia, il periodo durante il quale Berlusconi ha presieduto il Milan rimane uno dei più gloriosi nella storia del calcio italiano.
La passione per il Calcio: dal Milan al Monza
Dopo aver lasciato il Milan, la passione di Berlusconi per lo sport non si è certo affievolita. Anzi, ha trovato nuova espressione nell’acquisizione del Monza, avvenuta il 28 settembre 2018. Fu una spesa consistente, della portata di 2,9 milioni di euro. Questa cifra, tuttavia, rappresentò solo l’investimento iniziale, poiché si stima che il costo totale abbia raggiunto circa i 70 milioni di euro.
Soldi ben spesi per i tifosi biancorossi, che riuscirono a vedere il Monza raggiungere la Serie A dopo 110 anni di storia. La magia accadde il 29 maggio 2022, quando il Monza vinse la finale di ritorno dei play off di Serie B per 4-3 dopo i tempi supplementari, in casa del Pisa. Un risultato quasi incredibile, a riprova del fatto che, con la giusta leadership, nulla è impossibile nel calcio.
Ultime parole a Silvio Berlusconi
Sia il Milan che il Monza hanno voluto rendere un sentito omaggio a Silvio Berlusconi, esprimendo il loro profondo dolore e riconoscendone l’immenso contributo al calcio italiano.
La società rossonera ha rilasciato una dichiarazione toccante:
«L’AC Milan, profondamente addolorato, piange la scomparsa dell’indimenticabile Silvio Berlusconi e si stringe con affetto alla famiglia, ai collaboratori e agli amici più cari. ‘Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan’. Grazie Presidente, per sempre con noi».
Anche il Monza ha voluto esprimere il proprio tributo attraverso un tweet:
«Adriano Galliani e tutto l’AC Monza piangono affranti la scomparsa di Silvio Berlusconi: ‘Un vuoto che non potrà mai essere colmato, per sempre con noi. Grazie di tutto Presidente’».
Queste parole riflettono l’immensa influenza di Berlusconi nel mondo del calcio e l’eredità duratura che ha lasciato.