L’ippica viene spesso considerata una delle più antiche e affascinanti discipline sportive. A consolidare questa percezione una storia millenaria, che dall’antica Grecia arriva direttamente ai giorni nostri.
Il prestigio di questo sport è dato dalla lunga tradizione di cui può fare sfoggio, ma non sono da sottovalutare nemmeno le emozioni che suscita tra gli spettatori: se cavalcare è un’esperienza incredibile, vedere un cavallo correre e lavorare in sinergia con il proprio fantino può esserlo ancora di più.
Vediamo di ripercorrere le tappe salienti che hanno caratterizzato la storia dell’Ippica, dalle sue origini fino ad oggi.
La Storia delle Corse dei Cavalli
Sport tra i più coinvolgenti ed entusiasmanti, l’ippica porta con sé un’enorme tradizione e storia. Da secoli le persone si riuniscono per apprezzare le abilità e la velocità dei cavalli, ma anche la strategia e la competenza di chi li guida, e così si può far risalire la sua nascita addirittura agli anni prima di Cristo.
Corse di Cavalli nell’età classica
Nell’età classica le corse di velocità tra cavalli rientravano tra le discipline delle Olimpiadi, aggiunte al programma nel 680 a. C. ma presentavano delle differenze strutturali rispetto alle competizioni di oggi. Non vi erano fantini in sella a cavalli, ma carri che, in base alla gara, venivano trainati da quattro o due animali.
Si trattava dell’armatodromia, cioè della corsa dei carri: gli aurighi dovevano guidarli per dodici giri all’interno dell’ippodromo di Olimpia, sfidando due curve particolarmente strette, spesso luogo di ribaltamenti fatali. Forse proprio per la pericolosità della gara questi erano gli unici atleti a non gareggiare nudi, bensì provvisti di una veste stretta con una cintura.
Tale disciplina passò dai Greci agli Etruschi, e da lì fino ai Romani. È anche possibile un influsso diretto dalla cultura ellenica a quella latina, soprattutto dopo il 146 a. C. con la presa di Corinto. Come recita la celebre frase oraziana Graecia capta ferum victorem cepit, dopo quell’evento le abitudini del popolo conquistato sostituirono quelle del popolo conquistatore.
Il Circo Massimo era la struttura deputata ad accogliere le gare, in tutto e per tutto simili a quelle greche, se non per alcuni elementi. Il carro assunse il nome di biga e la sicurezza degli atleti iniziò a essere presa in considerazione, così l’abbigliamento tipico si dotò di caschetto e protezioni. Le manifestazioni ippiche si svolgevano per mesi e mesi senza interruzioni e ogni giorno si tenevano diverse gare.
La lunghezza di queste ultime non poteva che risentirne e agli aurighi venivano richiesti solamente 7 giri. Le competizioni si susseguivano a un ritmo incalzante e ciò portava il pubblico di ogni estrazione sociale ad appassionarsi agli eventi. Già allora chi assisteva alla gara era coinvolto in un giro di Scommesse Ippiche dall’enorme portata, promosso dagli organizzatori stessi.
Le invasioni barbariche e il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (476 d. C.) non misero fine a uno degli sport prediletti dai Romani, che continuarono ancora per circa un secolo. L’ultima gara svoltasi al Circo Massimo, infatti, si fa risalire al 550 d. C. e viene attestata da Procopio.
I Palii nel Medioevo
Il 476 d. C. non segna solo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, ma viene preso convenzionalmente come anno di inizio del Medioevo. Gli storici dibattono da tempo immemore per dare una data di fine a tale periodo: sebbene senza il consenso unanime degli studiosi, ad oggi viene rintracciata nel 1492 con la scoperta l’America.
Dieci secoli di storia dunque, che vedono popoli, abitudini e culture avvicendarsi. Per un arco temporale così lungo non è facile dare un quadro di tutte le modalità con cui le competizioni ippiche venivano messe in pratica. Tuttavia, se una più di tutte ha fatto la storia delle corse dei cavalli, questa è certamente il palio.
Il palio di allora, come d’altronde quello odierno, altro non era che una corsa di cavalli pensata per essere tenuta in città. Quando veniva organizzata per le strade si parlava di palio alla lunga; altrimenti, se il tragitto era inserito in una piazza, si trattava di palio alla tonda (o al giro).
Troviamo traccia di questa celebre manifestazione medievale già nelle pagine della Divina Commedia, dove Dante fa pronunciare a Cacciaguida un rimando al palio dei berberi di Firenze. Siamo dunque nella seconda metà del Duecento e le corse dei cavalli continuavano a esercitare fascino e attrattiva.
Non solo a Firenze però: questo tipo di competizione si fece largo in quasi tutti i comuni italiani, fino a divenire un’usanza consolidata. È sufficiente pensare al Palio di Siena per capire l’importanza che questa tradizione ricopre tuttora, sia in termini sportivi che culturali.
Le corse di cavalli hanno sempre attirato il pubblico e l’emblema di tale interesse, ancora vivo nel Quattrocento, si ritrova in una delle vie più conosciute di Roma, Via del Corso. La strada è nota soprattutto per lo shopping, ma dietro a un nome così vago si cela il residuo di quattro secoli di corse. Nel 1467, papa Paolo II rettificò la strada e la nominò sede delle corse del Carnevale; usanza che ebbe luogo fino al 1883 quando venne interrotta a seguito di un incidente.
L’ippica moderna
Tra Seicento e Settecento, in Inghilterra vengono poste le basi per l’ippica moderna; quella che conosciamo comunemente oggi. Sono predisposte le regole, che man mano vengono recepite e assorbite da tutto il mondo, diffondendo la disciplina ovunque.
I luoghi che più entusiasticamente hanno accolto questo sport sono America, Australia e Francia, non a caso sedi delle Corse dei Cavalli più Famose del Mondo. Spostandoci nella Penisola, il Novecento fu il secolo d’oro per gli Ippodromi Italiani, attraversati da alcuni dei Cavalli da Corsa più Celebri di tutti i tempi, come Tenerani o Delfo.
L’Origine delle Scommesse Ippiche
Come abbiamo avuto modo di vedere, le scommesse sui cavalli erano un passatempo molto in voga già tra gli antichi Romani, che si radunavano attorno al Circo Massimo per vedere una biga primeggiare sull’altra. È la natura della competizione a portare quasi spontaneamente a voler indovinare chi sarà il vincitore, ed è per tale motivo che ci troviamo di fronte alle protagoniste indiscusse nel mondo del betting.
Per gli appassionati, la data 27 giugno 1998 è un momento da ricordare, poiché nel nostro Paese si aprono ufficialmente le Scommesse Sportive legali. Godono dunque di una storia molto recente, essendosi fatte strada tra i passatempi degli italiani da neanche trent’anni. Un provvedimento molto sentito da tifosi e gamblers, che tuttavia non scosse in alcun modo il mondo delle corse, già da tempo soggetto a scommesse.
Sebbene la storia dell’ippica in Italia si sia sempre intrecciata con quella delle scommesse, nel tempo si sono evoluti i modi in cui esse possono essere piazzate. Recarsi all’ippodromo per seguire la gara e giocare è solo una delle opzioni, non più un obbligo: esistono diversi bookmaker che consentono di fare tutto ciò dal proprio computer o dispositivo mobile.
Ad esempio con BetFlag si possono piazzare Scommesse Ippiche facendo affidamento su varie tipologie di giocata, ma anche su Bonus Senza Deposito Ippica e Promozioni.