Istituita nel 2015 dalla FIFA, la Giornata Mondiale del Calcio celebra ogni anno lo sport più popolare al mondo e il mito del Grande Torino, drammaticamente scomparso nella tragedia di Superga, avvenuta il 4 maggio.
In questo articolo, ripercorreremo la storia e l’eredità del Grande Torino e vedremo meglio il perché si celebra la Giornata Mondiale del Calcio.
La Fine del Grande Torino: la Tragedia di Superga
Siamo nel 1949 e il Grande Torino, una delle squadre di calcio più famose e di successo d’Europa, fa ritorno dopo una partita amichevole contro il Benfica, a Lisbona. Alle 9.40 inizia la tratta, e sul trimotore Fiat G.212 c’è un’atmosfera di allegria e spensieratezza: nessuno immagina che quel giorno segnerà per sempre la storia del calcio.
Il cielo è sereno, la visibilità buona e per le 13.00 la squadra atterra all’aeroporto di Barcellona, come da programma. Alle 14.50 si rimette in viaggio, stavolta diretta a Torino. Ad accogliere il Grande Torino un cielo fitto di nebbia e abbondanti precipitazioni, che costringono l’equipaggio a un volo cieco.
Privo di riferimenti visivi, il pilota Pierluigi Meroni non può che fare affidamento sulle strumentazioni: l’altimetro segna i 2000 metri; non c’è pericolo di collisione.
Eppure alle 17.03 l’aereo si schianta contro il muraglione posteriore della basilica di Superga, vicino a Torino. L’impatto è devastante e tutti i 31 passeggeri a bordo perdono la vita. Quello che il Meroni non poteva sapere è che le apparecchiature si erano danneggiate: il velivolo si trovava a soli 600 metri da terra.
La notizia si diffonde rapidamente in tutta Italia e il paese è sconvolto dalla tragedia. La Serie A, e il calcio italiano in generale, perde uno dei suoi simboli più rappresentativi, oltre che alcuni dei giocatori più talentuosi di tutti i tempi. La morte dei membri del Grande Torino è un colpo durissimo per intere famiglie, tifosi e appassionati di pallone da ogni parte del mondo.
Nonostante la disgrazia, il ricordo della squadra sopravvive fino ad oggi. Nel 2015, la FIFA istituisce la “Giornata Mondiale del Calcio” in memoria del Grande Torino; in onore dei giocatori che persero la vita nell’incidente aereo. La giornata si celebra ogni anno il 4 maggio, lo stesso giorno della tragedia.
Chi erano i Giocatori del Grande Torino
Composta da alcuni dei migliori talenti dell’epoca, il Grande Torino era molto più di una semplice squadra di calcio. Era un simbolo di speranza per l’Italia che cercava di riprendersi dopo le ferite della Seconda Guerra Mondiale.
I suoi membri erano Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti e Giulio Schubert.
Riuscirono a vincere cinque scudetti di fila, ma la loro grandezza non risiedeva solo nei successi in squadra: quasi tutti i giocatori militavano nella Nazionale, vestendo d’azzurro l’anima granata.
Il Grande Torino rimase tale perché seppe andare oltre il tempo. Pur nella breve durata, scrisse pagine indimenticabili del calcio nostrano, trasformandosi in leggenda. La sua memoria vive nei cuori di tutti i tifosi, a testimonianza di una squadra straordinaria; una squadra capace di rappresentare lo spirito di una nazione intera.
Dove sono Sepolti i Giocatori del Grande Torino
A perdere la vita quel giorno furono 31 persone, di cui 18 giocatori. Sette di questi si trovano nel Cimitero Monumentale di Torino: Guglielmo Gabetto, Ezio Loik, Virgilio Romualdo Maroso, Valentino Mazzola, Piero Operto, Franco Ossola e Július Schubert.
Gli altri, invece, riposano in terra natia, tornati a casa dopo aver ricevuto un secondo funerale: Valerio Bacigalupo si trova Bossarino; Aldo e Dino Ballarin a Chioggia; Émile Bongiorni a Fontenay-sous-Bois; Eusebio Castigliano a Carmagnola; infine Rubens Fadini ad Arcore.
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A 66 anni di distanza dalla tragedia di Superga, la FIFA ha istituito la Giornata Mondiale del Calcio. Un gesto simbolico dalla valenza significativa, che tuttavia non ha potuto godere della giusta risonanza dopo un periodo di tempo così lungo.
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